La verità sul Commissariamento dei Frati Francescani dell'Immacolata

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SEQUESTRO O DISSEQUESTRO… NON E’ QUESTO IL PROBLEMA!

luglio: 2015
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Novità sulla vicenda dei Francescani dell’Immacolata, ma la sostanza rimane la stessa.
Il 1 luglio 2015 viene data la notizia del dissequestro dei beni delle Associazioni Missione dell’Immacolata e Missione del Cuore Immacolato.
Ricorderemo che il Pubblico Ministero prima e il Giudice delle indagini preliminari poi, ne avevano invece disposto il sequestro cautelativo.

La stampa, tuttavia, titola:

Restituiti beni Francescani Immacolata; Dissequestrati beni dei fedeli dei Francescani dell’Immacolata; Il tribunale di Avellino restituisce i beni sequestrati ai Francescani dell’Immacolata.

Questo fa capire che anche nell’immaginario collettivo si tratta di beni legati in qualche modo all’Istituto religioso.

Non si realizza infatti da dove saltino fuori dei laici che ne reclamino la paternità e l’uso assoluto ed indiscusso secondo una finalità estranea alla destinazione ecclesiastica dei beni e cioè: sostentamento clero, apostolato, carità, culto, missioni.

Da testimonianze, articoli e constatazioni di fatto, non un centesimo di euro infatti è stato erogato dal “nuovo corso delle Associazioni “ ai Frati Francescani dell’Immacolata.

Al contrario, sembra addirittura che i religiosi siano stati oggetto di vessazioni con richieste di sfratto da alcuni immobili e consegna di alcuni veicoli.

Fa specie, inoltre, il fatto che si ribadisca ora l’ammontare di 30 milioni di euro di valore sugli immobili dissequestrati, cosa che in precedenza i seguaci di padre Manelli avevano ridicolmente ridimensionato al ribasso.

Il problema, comunque non è il sequestro o il dissequestro, ma la perplessità che sorge su una serie di azioni condotte da Padre Manelli Fondatore e Priore Maggiore dei Frati Francescani dell’Immacolata fino al suo esautoramento voluto dalla Santa Sede con provvedimento speciale di Papa Francesco nel luglio del 2013.

Benché il pubblico più ignorante creda che Padre Manelli abbia “vinto la causa” (che non c’è stata ancora) oppure sia innocente dalle accuse che ci hanno scandalizzato nei giorni scorsi (non c’entrano nulla col dissequestro) il cittadino medio si chiede come mai Padre Manelli abbia voluto cumulare un patrimonio immobiliare ingente (senza parlare delle liquidità e dei titoli) mantenendo i religiosi, in base alle testimonianze acquisite, al di sotto della soglia di povertà e della dignità.

Se quei beni sparsi sotto il sole fossero stati investiti per le missioni o per le opere di apostolato, come si sarà millantato nelle operazioni di raccolta, non si riesce a capire il  loro immobilizzo pluridecennale.

A cosa servivano?

A chi erano destinati quei beni?

Chi occupava gli immobili?

Chi li amministrava?

Come mai, inoltre, i suoi frati e suore non ne sapevano nulla, come da subito evidenziato dai quotidiani nazionali?

Com’è possibile che in un istituto religioso solo in pochi sapessero di quanto esso dispone in mobili ed immobili?

Dove va a finire la povertà francescana e lo spirito di fraternità e fiducia basato sulla trasparenza di gestione?

Esisteva un consiglio economico, un controllo, un contraddittorio o qualunque operazione si riduceva alla conoscenza del Fondatore e alla manualità degli economi dei Frati e delle Suore?

Come mai Padre Manelli aveva optato per la costituzione di associazioni private pur governando un Istituto Religioso di Diritto Diocesano prima e di Diritto Pontificio poi?

Come mai ha voluto sottrarsi – agendo in questo modo – al controllo dei Vescovi prima e della Santa Sede poi?

Come mai gli statuti delle associazioni contemplavano la presenza esclusiva di religiosi Frati e Suore quali associati e solo dopo un mese dal commissariamento si cambia lo statuto – all’insaputa di alcuni titolari – per inserire esclusivamente dei laici di fiducia di Padre Manelli?

Come mai fra i nuovi associati compare un cognato, una cognata e una nipote?

Quell’Araba Fenice del quotidiano “ROMA” il 2 luglio 2015 cita almeno quattro avvocati difensori di laici vicini a Padre Manelli.

Sorprende un numero così nutrito di legali che non si ricordano nemmeno ai processi di Berlusconi.

Le conclusioni logiche, nella libertà di opinione e di espressione, sono due: il caso è spinoso e le risorse di cui Padre Manelli dispone sono tante.

Il “Roma” poi scrive sempre nel citato pezzo: “Con il dissequestro – afferma il presidente dell’editrice Casa Mariana Claudio Circelli – si può attuare coerentemente la regola della povertà prescritta per i religiosi Francescani” . (sic /ndr)

A noi sembrerebbe il contrario. Forse c’è un errore di stampa o di trascrizione.

Si parla in modo trionfalistico di migliaia di fedeli che seguono Padre Manelli.

Dalla visione dei filmati dei raduni in suo onore non si direbbe, tuttavia anche Mons. Milingo aveva una clientela mondiale.

Cosa dire poi di Lady Gaga o di Beppe Grillo che affollano molto più di Padre Manelli le piazze e gli stadi?

Santi subito?

Come mai ritorna persino sul “Roma” la storia dei genitori di Padre Manelli Servi di Dio?

La santità si trasmette forse con il sangue?

Non è proprio il fatto di avere dei genitori potenzialmente canonizzabili, insieme a tanti eroici sconosciuti padri e madri di famiglia, che dovrebbe responsabilizzare maggiormente il Padre Manelli verso una più coerente testimonianza di virtù e docilità alla Chiesa?

E se continuando a farsene scudo sorgesse qualche dubbio e fosse passato al “riesame” anche il processo che li ha condotti ad essere Servi di Dio con la chiusura della fase diocesana al Vicariato di Roma proprio in concomitanza con la notifica del commissariamento?

Nulla avviene per caso…

“Tutto è provvidenza”, dicono i poveri; “tutto è dovuto”, dicono i ricchi.


2 commenti

  1. maria ha detto:

    Giustissimo, frati con tutti questi beni, a prescindere se
    siano dei fedeli ma sempre al santone appartengono, io chiederei per Manelli proprio l’arresto…………….Che vada a lavorare…………..siamo stanchi…………e credo nel Buon Dio che si faccia luce presto…………..

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  2. Giorgia ha detto:

    Sembra che sia tutta una farsa questa santità finalizzata per avere soldi e farsi applaudire. Vergogna! Altro che San Francesco e Padre Pio!

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