La verità sul Commissariamento dei Frati Francescani dell'Immacolata

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UNA ‘VEGGENTE’ SI PRONUNCIA SUL CASO MANELLI

 

Mentre due domeniche fa mi trovavo all’ospedale della Misericordia di Albenga, mi è venuta a trovare una cara signora, un’anima di Dio alla quale attribuiscono doni particolari.

Mi ha fatto molto piacere la sua presenza di cortesia e la sua preghiera di guarigione con l’annuncio della mia uscita avvenuta di fatto dopo pochi giorni.

Conosce bene quella che è la mia sensibilità religiosa ma anche la mia preoccupazione di fronte ai falsi profeti e alle tante anomalie che esistono nella Chiesa.

Il governo di Mons. Oliveri in diocesi è stato a dir poco scandaloso benché qualche fanatico lo tacciasse di santo.

Mi infastidisce inoltre la presenza in città di quei preti con il colletto romano castigato, talare tutto punto e scarpino lindo e pinto con saturno e tricorno al capo impomatato.

Sembrano usciti dalla macchina del tempo o da qualche gay pride.

Marta (nome di fantasia ndr) mi ha rivelato anche di essere rimasta sorpresa del cattivo odore che ha sentito avvicinandosi al santuario di Pontelungo.

Conosce bene la mia storia e sa quanto disprezzi – anche per vicende personali – il religioso che lo occupa insieme ai suoi fedelissimi.

Si tratta naturalmente di  P. Stefano Maria Manelli, fondatore dei Francescani dell’Immacolata, deposto dal suo governo venticinquennale attraverso un regime commissariale voluto personalmente dal grande Papa Francesco.

Marta è un’anima particolare che il Signore ha dotato di ciò che comunemente definiremmo doni mistici.

Vive un profilo basso e con discrezione affronta il suo combattimento quotidiano con una malattia ultradecennale e incomprensibile.

Marta mi ha detto che non aveva mai avvertito prima di allora il puzzo nauseabondo segno per lei eloquente di presenza e attività diabolica nell’impostura e copertura di un santuario mariano.

L’ho pregata di farmi sapere dippiù e dopo essersi immersa nella preghiera la risposta non si è lasciata attendere dopo tre interminabili giorni.

Mi ha detto che Padre Manelli è un membro malato della Chiesa così orgoglioso da non riconoscere la sua malattia e i danni irreparabili che sta provocando a molte anime.

La giustizia divina è stata solo fermata dalla preghiera e dalla buona fede di alcune persone pie che pregano per lui ma la sua condotta è da Inferno se non ci sarà un ravvedimento.

Ha visto l’anima del Manelli priva di luce fornendomi orribili immagini che non riesco a ripetere. Piangeva durante il suo racconto e mi chiedeva se anche io sentissi un tanfo di terra marcia, di cimitero…

Continuava col dirmi che per colpa del Manelli tante anime stanno soffrendo e che il Papa attuale ha ricevuto e riceverà disprezzi per colpa sua.

La Madonna non è contenta di questo.

Marta mi ha detto che padre Manelli è un uomo pieno di odio che celebra indegnamente l’Eucarestia.

E’ anche pieno di orgoglio e di amor proprio e usa i beni materiali, i soldi, l’adulazione, il ricatto, la menzogna fino alla calunnia per accrescere il suo consenso.

Non riesce infatti a vivere senza poter comandare su qualcuno, senza sentirsi attenzionato ed essere indicato come il migliore.

Vive in un eterno passato ideale e immaginario convinto che sia l’erede di P. Pio, ma in realtà è stato già ripudiato come figlio degenerato e impostore.

Secondo la visione di Marta è come un terribile mostro a sette teste, i sette vizi capitali che possiede tutti, ostaggio del suo ego.

E’ diventato strumento del demonio per la divisione che ha prodotto nella sua famiglia religiosa e per i danni irreparabili ai laici.

Ha distrutto la vita a tanti giovani, uomini e donne e ha rovinato tante famiglie per la brama di piegarli al suo volere capriccioso, sotto le mentite spoglie di una santità oracolare.

Marta con decisione e fermezza ha detto che il Signore lo manterrà in vita per altri (…n…) anni, il tempo della sua conversione e che ci sarà presto una purificazione per lui e per chi lo sostiene.

Terribili sciagure si abbatteranno sulla sua famiglia e sui genitori ci sarà la sconfessione della Chiesa circa la loro presunta santità.

Si scoprirà che fu tutta una montatura in vista di creare prestigio e conseguente indotto finanziario per la posterità dei Manelli.

Di p. Stefano Manelli non resterà traccia su traccia, i suoi fedeli laici lo abbandoneranno, altri si disperderanno ed altri ancora avranno problemi con la giustizia terrena e con quella divina.

Quanto agli Istituti religiosi da lui fondati, le suore non esisteranno più mentre i frati saranno praticamente un nuovo istituto religioso che porterà per quindici anni il marchio della onta del fondatore prima di pacificarsi con la sua storia e produrre al suo interno anche figure di eminente santità.

C’è poi un secondo fondatore – diceva Marta – che vivrà e morirà condannato dal rimorso di non aver collaborato con la Chiesa e aver rinunciato ad assumere una posizione di salvataggio degli Istituti religiosi.

Non avrà il coraggio di dirlo apertamente, ma la coscienza – oltre che la storia –  glielo rimprovererà per sempre.

Le associazioni di fedeli, uomini e donne, che si riconoscono in Manelli, fra cinque anni saranno bandite dalla Chiesa e i loro componenti dispersi addirittura fuori dalla Chiesa Cattolica.

Ci saranno molti scandali nel loro interno e alcune donne diventeranno folli mentre altre saranno esposte per opera del demonio al pubblico ludibrio.

Padre Manelli fino alla morte continuerà ad incitare alla resistenza fornendo date profetiche sulla fine del mondo, la morte di Papa Francesco, interpretazioni personali sul Terzo Segreto di Fatima, dichiarazioni sul controllo della Massoneria sulla Chiesa, elezione divina e salvezza esclusiva per il suo raggruppamento di fedelissimi uomini e donne.

Solo sul letto di morte chiederà perdono per viltà e otterrà la salvezza, ma non la santità.

Prendo questo racconto – che ho cercato di riprodurre il più fedelmente possibile – con beneficio d’inventario, ma dalla fiducia che ho in Marta, dalla sicurezza e dalla maniera disinteressata con la quale parlava, dalla sua vita integra nella sobrietà e nella devozione al Signore, le sue dichiarazioni sono degne di fiducia e se da un lato mi confermano nel negativo giudizio sulla vicenda Manelli, da un altro lato al posto dei protagonisti della vicenda e di chi li sostiene, non dormirei sonni tranquilli.

M.L.C.