La verità sul Commissariamento dei Frati Francescani dell'Immacolata

Home » Generale » Stefano Manelli chiede le dimissioni o è dimissionato dai Francescani dell’Immacolata?

Stefano Manelli chiede le dimissioni o è dimissionato dai Francescani dell’Immacolata?

agosto: 2020
L M M G V S D
 12
3456789
10111213141516
17181920212223
24252627282930
31  

Ci giunge voce di una possibile uscita dall’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata di P. Stefano Manelli.

L’anziano religioso, ostinato nella sua disobbedienza alla Chiesa, lascia ormai la barca dell’Istituto da lui fondato e abusato?

Testimonianze attendibili parlano di divisioni interne all’ammucchiata di uomini e donne messi insieme dal Manelli con una parvenza di religiosi.

Essi si notano grazie a una divisa indossata e che volutamente è confezionata in un colore e in una foggia molto vicina a quella legittima dei Francescani dell’Immacolata, frati e suore.
Reso prigioniero dal suo orgoglio e dalla presunta infallibilità di schemi superati, il Manelli ha reintrodotto tra le sue adepte, con ruolo di governo, l’ex superiora generale, la signorina Letizia Cozzolino, già Sr. Maria Michela Pia della Divina Volontà e del Cuore Immacolato e Addolorato.

L’iniziativa ha turbato alcune ex religiose che, malgrado i buoni auspici del suo lungo e litanico nome, già non stimavano la loro superiora e quindi la sua volontà… poco divina e il suo cuore che … addolorava le altre!

Credevano di aver trovato pace nella nuova ammucchiata laicale confidando in un riconoscimento successivo come istituto religioso di diritto diocesano e si sono invece ritrovate al punto di partenza: come prima, peggio di prima.

Il vescovo di Manfredonia-San Giovanni Rotondo ormai non vuole più queste laiche associate con abito e velo da suore.

Tutte si sono quindi ammassate presso l’Hotel Abbazia di Frigento dove il Manelli soggiorna  credendo di passare inosservato e sfidando l’obbedienza pontificia impostagli di non andare nei conventi femminili.

Nell’Abbazia Hotel ha celebrato i riti privati e senza valore canonico di vestizioni e professioni di ignare e ingenue donne reclutate da un’asfissiante forma di proselitismo già collaudata:
“Il fumo di Satana è entrato nella Chiesa, tutti i religiosi sono rilassati, papa Francesco è un massone, P. Manelli è un grande santo, solo da noi c’è salvezza, se quindi non entri da noi vai all’Inferno e la tua famiglia passerà tanti guai…” Questa è solo una delle promesse messianiche che donne fanatizzate attribuiscono al loro fondatore Manelli.

Mons. Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza, Nusco e Bisaccia, tollera questa presenza ambigua per donabbondismo sotto le incursioni – come da lui stesso candidamente confessato – di P. Settimio Manelli, l’arrogante nipote del fondatore.

E’ controversa anche la “cappella cimitero della famiglia Manelli”  per la presenza delle tombe di Settimio e Licia Manelli nel luogo dove venne rinvenuta sotto terra nel 1920 la miracolosa icona della Madonna del Buon Consiglio.

Settimio e Licia sono i genitori di P. Stefano Manelli per i quali il fondatore imbastì un processo-farsa di canonizzazione.

Grazie ai suoi presuli protettori e al generoso portafoglio, dei soldi dei devoti, Stefano Manelli riuscì a far avere ai suoi genitori il titolo di “servi di Dio”.

A Frigento il Manelli voleva costituire una cooperativa per celebrare la sua famiglia e sistemarla per bene creando un indotto economico da movimento di fedeli visto che dispone intanto di due hotel: “Abbazia” e “Oasi di Padre Pio”.

Profittando della sofferenza di chi non può avere figli, il Manelli raccomandava di rivolgersi ai suoi genitori che di figli ne hanno concepiti ventuno e che oggi occorre mantenerli, insieme ai numerosi nipoti e pronipoti…

Il 2 agosto 2020, intanto, in occasione del 50° anniversario di “Casa Mariana” di Frigento, il Manelli era completamente assente alle celebrazioni.

A presiederle è stato il Commissario Pontificio don Sabino Ardito e il Delegato per l’Italia P. Alessandro Calloni.

Un fossato morale sempre più profondo esiste ormai tra P. Stefano Manelli e i Frati Francescani dell’Immacolata in un reciproco non riconoscimento.

Benché a Frigento esistano ancora un paio di frati nostalgici del fondatore, tra cui il rettore filippino, non sono riusciti a mettere a segno una sua presenza celebrativa in santuario.

Questo conferma anche il depotenziamento totale del Manelli sul piano formale, oltre che informale.

Una delegittimazione ecclesiale.

Poiché il Manelli sopravvive ormai solo per un consenso di alcuni fanatizzati, il timore di eventuali discorsi omiletici di denuncia su di lui, così come già accaduto al controverso convento di via Boccea, in occasione delle professioni dei frati, ha portato a un sospettoso oscuramento dell’emittente televisiva TRBC proprio durante la presenza dei legittimi superiori a Frigento per le celebrazioni del 2 agosto 2020.

Questo è quanto ci riferisce un frate informato sui fatti…

Con beneficio di inventario, artefice ne sarebbe tale P. Emmanuel Maria D’Aulerio, definito “il santone” di Frigento, per il modo affettato con il quale celebra la Messa.

Abbiamo avuto modo di verificarlo e in realtà siamo rimasti effettivamente molto perplessi.

Ci dicono che da oltre un decennio questo sacerdote abbia la sindrome da palcoscenico televisivo e che quindi abbia in realtà celebrato se stesso fingendo di celebrare il Manelli per continuare a rimanere al suo posto e a nutrire  il suo disturbo di personalità. Ci dicono anche che sia capace a fare sabotaggi all’emittente.

Noi, per quel poco o per quel molto, abbiamo notato che non scandisce bene le parole e sembra che sia depresso, segno di una difficoltà  a relazionarsi con gli altri a viso aperto.  Con una formula catastrofista e imparata evidentemente a memoria, chiede soldi per la televisione a un pubblico che riteniamo di povere vecchiette, visto il format dell’emittente con poco appeal per un pubblico di giovani e adulti di media cultura.

Questi soldi, però, rimpinguano le ricche casse dell’associazione presieduta dall’avv. Bruno Lucianelli (il fiduciario del Manelli) e sulla quale c’è un processo civile e penale in corso per le modalità di sottrazione ai Francescani dell’Immacolata. I frati infatti non vedono nulla…

Questo P. Emmanuel crediamo sia ormai giunto “ai titoli di coda” ipotecando sempre più per sé stesso un avvenire fosco sul piano umano e religioso.

Domenica 16 agosto 2020 i Frati Francescani dell’Immacolata hanno intanto celebrato l’ultima S. Messa a Boccea prima di lasciare la parrocchia S. Maria di Nazaret.

Il Manelli vuole affidare il complesso di via di Boccea, 590 all’ammucchiata degli uomini della sua rifondazione.

Con questo gesto si autosodomizza perché esplicita la sua ostilità all’Istituto da lui stesso fondato.

Contrariamente a quanto i nuovi abusivi presidenti laici delle associazioni “Missione del Cuore Immacolato (Alfonso Saviano) e Missione dell’Immacolata (Bruno Lucianelli) hanno sempre dichiarato e cioè che le associazioni continuano ad agire per l’interesse dei frati, questa volta è flagrante il danno e il dolo verso i Frati Francescani dell’Immacolata.

Stefano Manelli non è più padre dell’Istituto.

È un traditore.

È una persona che ha tradito l’ideale del francescanesimo di povertà.

Ha tradito l’ideale di obbedienza al Papa.

Ha tradito quel modello di vita religiosa che faceva professare ai suoi religiosi.

Ha tradito la castità.

Ha tolto la maschera ed il re è nudo.

È evidente che il Manelli non si sente più parte integrante dell’Istituto e voglia uscirne fuori magari chiedendo, come forse il cofondatore P. Gabriele Pellettieri, di fare “da cappellano” in qualche monastero… femminile.

Altri teorizzano ancora che il Manelli voglia evitare un processo canonico anticipando la sua uscita dall’Istituto e sottraendosi a un’obbedienza che rischia di essere per lui adeguatamente correttiva.

A 87 anni suonati non si capisce bene se sia solo una vergogna, solo un fallimento o entrambe le cose.

Salvo ulteriori sviluppi, il bus del carrozzone manelliano è arrivato a capolinea.

“Fine corsa, signori si scende”.

 

M.L.C.