La verità sul Commissariamento dei Frati Francescani dell'Immacolata

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FarodiRoma: Rinviato a giudizio Manelli. Ma le accuse per gli abusi sessuali restano prescritte.

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Una campagna orchestrata dai suoi difensori (ma alla quale hanno dato credito solo pochi media) ha creato una certa confusione riguardo al destino processuale di padre Stefano Manelli, da noi chiamato “Boia di Frigento” per l’efferatezza dei suoi comportamenti ai danni dei più indifesi tra i religiosi e le religiose che lo seguivano. Per lui la Procura di Avellino ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa e falso insieme a Pietro Luongo (padre Pietro Maria), e Maurizio Abate (padre Bernardino Maria). Mentre continuano le indagini su presunti omicidi avvenuti nel convento di Frigento e per la morte del delegato pontificio padre Fidenzio Volpi, sul cui corpo sono state trovate tracce di arsenico.

Risultano invece prescritte (perché riguardano fatti avvenuti prima del 2009 e che prevedono pene non superiori ai  6 anni di detenzione) le accuse per gli abusi sessuali e maltrattamenti subiti da alcune suore in diversi conventi dell’Istituto commissariato dalla Santa Sede nel 2013, reati per i quali l’83enne padre Manelli, nato a Fiume, era stato iscritto nel registro degli indagati dal pm Adriano Del Bene. “L’archiviazione è una grande vittoria della giustizia e della Chiesa di Dio”, ha commentato l’avvocato difensore Enrico Tuccillo. Un’opinione francamente sconcertante, che merita una risposta molto semplice: se non ha compiuto molestie e stupri, padre Manelli rinunci alla prescrizione (tutti gli imputati hanno questa facoltà) e si faccia processare per dimostrare la sua innocenza.

Un anno e mezzo fa erano partite le indagini della Procura di Avellino che grazie al lavoro della Guardia di Finanza aveva compiuto sequestri nel marzo 2015 di trenta milioni di euro di proprietà delle due società. Si tratta di 59 fabbricati, 17 terreni, un impianto radio-tv, 5 impianti fotovoltaici dislocati su tutto il territorio nazionale, 102 autovetture, più saldi giacenti su numerosi rapporti di natura finanziaria.

Beni poi rimessi, si, in libertà ma sulla cui liceità di acquisizione e gestione è sempre pesato il dubbio degli inquirenti. Il gup ha accolto le richieste del pm Fabio Massimo Del Mauro, ed ora scatta il procedimento penale a carico degli indagati. I tre – come scrive Loredana Zarrella su Il Mattino – che ora sono imputati, dovranno rispondere dei reati di truffa e falso ideologico. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, notificato agli indagati nel luglio scorso, si parlava del “disegno criminoso, con più azioni commesse anche in tempi diversi in violazione di più norme di legge”.

Un disegno che sarebbe stato attuato per sottrarre beni all’Istituto religioso che ha sede a Frigento, in via Piano della Croce, in quel convento intorno a cui si sono concentrate anche altre indagini.. Ad oggi intanto sotto i riflettori sarà l’operato di padre Manelli  individuato dalla Procura come “istigatore e determinatore dell’attività dei correi”, ossia come l’orchestratore della truffa.

 

E. I.

Nella foto padre Stefano Manelli con il cardinale tradizionalista Raymond Leo Burke, uno dei 4 firmatari della lettera con i “dubia” sull’Amoris laetitia.

STEFANO MANELLI: CONTINUA L’INGANNO

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LETTERA APERTA AL “GRAN MAESTRO” DI PADRE PAOLO SIANO FI

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Egregio Maestro Fabio Venzi o Chiarissimo professore, visto che lei non è un semplice maestro, ma un “grande maestro”, mi ha molto divertita su Corrispondenza Romana la “breve” risposta di P. Paolo M. Siano FI alla conferenza da lei tenuta  presso la Loggia Quatuor Coronati di Roma (GLRI) sul tema “Libera Muratoria e Chiesa Cattolica”.

Conosco P. Siano dal 2009 e cioè da quando mi avvicinai all’istituto religioso di cui fa parte, presa dalla curiosità sulla celebrazione secondo il Vetus Ordo.

Durante un breve periodo, inoltre, il p. Siano risiedeva proprio a Roma, dove ho avuto modo di conoscerlo ancora più da vicino.

Con le note vicissitudini dei Francescani dell’Immacolata dal 2013 in poi, la mia frequentazione di frati e suore è scemata, ma non per questo non ho continuato a interessarmi dei personaggi e dei fatti che li riguardavano.

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Dall’aspetto semianoressico il padre Siano rivelava, almeno all’epoca, uno stato di ansia paranoico accompagnato da gesti ossessivi che trasmettevano anche ad altri stress e paure.

Dal suo modo anche recente di scrivere e di elaborare un pensiero per dialettizzarsi, credo che non sia cambiato più di tanto.

Ho saputo che oggi è a Ferrara, nella Diocesi che l’uscente Mons. Luigi Negri ha trasformato nell’ultimo bastione del cesaropapismo ruin-berlusconiano attraverso gli squadristi “Amici del Timone” e i mantenuti de’ “La Nuova Bussola Quotidiana”: l’alleanza tra mignottocrati e clericocrati.

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Era proprio il caso, prof. Venzi, di attribuire a un povero fratacchione nerd la recrudescenza del dialogo – qualora fosse possibile – tra Chiesa e Libera Muratoria?

Un tempo nella campagna romana si diceva che lavare la testa all’asino significava sprecare acqua e sapone…

Perché poi a un massone debba tanto interessare avere diritto di cittadinanza nella Chiesa Cattolica, questo proprio non lo capisco…

Forse per la teoria gnostica degli opposti che coincidono?

Quanto a TV 2000, la CEI proprietaria dell’emittente credo che non c’entri proprio nulla sulla sporadica apparizione del Siano.

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Davide Murgia, lo speaker (come lo chiama lei ndr)  che definisce il Padre Siano lo specialista “numero uno” della Massoneria non si sbaglia solo se il Siano fosse l’unico studioso sulla faccia della terra.

Perditempo come questo prete francescano ce ne sono pochi dietro un soggetto che non interessa a nessuno, salvo lo sparuto numero di psicopatici complottisti, alla fine tutta gente col piatto a tavola assicurato che non ha altro a cui pensare.

Che i preti si occupino delle anime e i laici della propria famiglia e dei bisognosi!

Il caso si illumina ancora meglio quando apprendo che Davide Murgia è il figlio della sorella di Padre Stefano Manelli, il fondatore ex superiore del Siano, oramai imputato per truffa, falso ideologico e indagato per reati sessuali e violenze private (sic).

Deve averlo invitato il Murgia come ospite.

Davide Murgia mi incuriosì, non tanto per il tratto da autoctono di Tor Pignattara, quanto per il fatto di aver pubblicato sul suo profilo facebook che padre Fidenzio Volpi, il defunto commissario dei Frati Francescani dell’Immacolata, percepiva un compenso di 5300 € mensili.

Chiesi informazioni a due fonti attendibili e mi fu detto con fermezza che quel cappuccino nominato dal Vaticano percepiva solo un rimborso spese intorno ai 1000 € a trimestre.

Mi chiedo come possa un giornalista che lavora nell’emittente della Conferenza Episcopale Italiana, agire in maniera così deontologicamente disonesta anche se solo sul suo account personale.

Vade retro!

Inconfondibile con il profilo ventresco da fagiolaro, spero non incontrarlo alla stazione “Conca d’Oro” sulla linea della Metro C o sul 105 ATAC!

Mi hanno raccontato che in una cena col prossimo cardinale Mons. Joseph Tobin si incalzò sulla questione dei Francescani dell’Immacolata.

Il prelato fu molto abbottonato e glissò sull’argomento.

Dieci minuti dopo, a grande sorpresa disse fuori contesto: “Che cosa brutta quando arrivano in Dicastero lettere di religiosi contro confratelli più anziani. E’ la cosa che più  fa dispiacere”.

Ho saputo un anno dopo da un mio zio che lavora alla CIVCSVA che Padre Paolo Siano scrisse una lunga lettera contro un suo confratello sacerdote che viveva in Francia. Lo volle infangare per indebolire le accuse pertinenti e fondate che aveva sollevato all’epoca contro il Padre Stefano Manelli e il suo sistema mafioso.

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Accadde poco dopo che Mons. Tobin da Segretario della CIVCSVA fu nominato vescovo di Bloomington.

In questo promoveatur ut amoveatur dovette intervenire il Card. Raymond Leon Burke, all’epoca consultore della Congregazione per i Vescovi e successivamente rimosso da Papa Francesco da quell’incarico per l’ingerenza sulle nomine a favore della lobby.

Burke, infatti, è nemico giurato di questo pontificato, con faccia di bronzo non disdegna di raccontarlo in giro ed è molto legato ad ambienti dell’estrema destra repubblicana statunitense e persino filonazisti.

E’ vicinissimo al Padre Manelli al quale promise protezione in cambio di manovalanza dei suoi frati nell’utopia restaurazionista dei tradizionalisti sotto il pontificato di Benedetto XVI.

Non ci capii nulla all’epoca, ma venni delucidata un anno dopo da un domenicano americano all’Angelicum al quale un frate dell’Immacolata aveva rivelato che in uno Stato degli USA il card. Burke aveva offerto ai Francescani dell’Immacolata un grosso santuario.

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Il progetto di Padre Manelli, mi disse più tardi un altro frate tanto intelligente quanto informato, era quello di “confinare” tutti i frati – americani e non – che contestavano le sbandate di governo del Fondatore, proprio nel convento di Bloomington, essendo di proprietà di benefattori americani e quindi non alienabile facilmente dal Manelli che poco dopo il commissariamento agì – secondo il Pubblico Ministero – praticamente da ladro truffaldino sui beni dell’intero Istituto dei Frati.

Il novello vescovo Tobin, quale rimedio a casi estremi, avrebbe dovuto addirittura accogliere i cosiddetti “frati dissidenti” (dalla linea Manelli ndr) sempre americani e non, come associazione pubblica di fedeli, ripiego al quale più tardi ricorse invece il Manelli attraverso il traffichino vescovo filippino Mons. Ramon Arguelles per raccogliere un manipolo di giovani da lui fanatizzati.

Mi perdoni queste digressioni da bega interna, illustre professore Venzi, ma volevo semplicemente farle capire come il Siano sia solo un esecutore di ordini che vengono dall’alto. Prima di scriverle la lettera di risposta, quale scriba dalla mano veloce abituato a vili libelli e dossieraggi credo che avrà almeno telefonato a Stefano Manelli, come per il placet chiesto al capocosca, al “padrino”, poiché il Manelli “padre” non è per il suo comportamento verso frati e suore.

Non la lascia perplesso, inoltre, il ricorso a Corrispondenza Romana  e lo spazio accordatogli da questo blog del baroncino Roberto De Mattei?

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Dopo l’Amoris Laetitia stanno dando addosso a Papa Francesco per la visita ai luterani in Svezia.

Il Siano è ancora legato a questi ambienti?

C’è anche lui quindi dietro alla turbativa di Corrispondenza Romana all’azione del defunto Commissario?

Ha passato carte, documenti, abbozzato testi da solo o in compagnia di altri balordi?

Semel malus semper praesumitur esse malus in eodem genere ripeteva spesso il Manelli alle sue suore tra una palpatina e un’altra, mi ha rivelato una religiosa la scorsa estate.

Il Commissario, anzi i commissari, sanno di tutto questo?

Ma è una vergogna, uno scandalo che pesa sulla Chiesa!

In cauda venenum rimasi inorridita dalle circa cinquanta pagine che il Siano dedicò al compianto don Tonino Bello, servo di Dio, la cui causa già lo scorso anno ha conosciuto un ulteriore passo in avanti verso la beatificazione.

Altro che i genitori del Manelli! Che impostura! Quella sì che è “massoneria”!

In Fides Catholica, rivista oggi diretta da Corrado Gnerre che mi è sempre sembrato un fondamentalista di periferia, il Siano insulta il vescovo di Molfetta in odore di santità con il puzzo delle sue insinuazioni sulla moralità di don Tonino Bello.

Per me il Siano è problematico e forse ha turbe sessuali: “tale padre (fondatore), tale figlio”…

Insomma, egregio maestro professore, se un tempo si affermava che la frammassoneria è il nemico numero uno della Chiesa Cattolica, oggi c’è chi le fa agguerrita concorrenza nell’osteggiare l’azione del pontificato in nome della “sana tradizione”.

Quale, poi? L’eresia dei manelliani? Il manellismo?

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Non faccia del male al Siano che immagino tremare come una foglia.

Non dia ordini alla Santa Sede di castigarlo, così come lui teme e lo scrive!

Caspita!  Ma davvero ha questo potere la sua Loggia?

L’arsenico per eliminare i superiori e i commissari, è ormai un’esclusiva dei tradizionalisti.

Mica fa ancora queste cose la Massoneria!

Mi raccontavano divertiti dei frati che quando il Siano parlava di massoneria (cioè sempre) faceva chiudere porte e finestre anche in piena estate.

Se la Massoneria ha le sue Logge, il Siano ha il suo balcone poiché la sua scienza somiglia a quelle vecchie zie che osservano il passeggio in paese dal balcone, cioè dalla “loggia” di casa.

Guai a scendere in piazza e sentire l’odore delle pecore!

Alla luce di tutto questo crede proprio che valga la pena andare dietro agli istrioni da avanspettacolo?

La buffa risposta al suo indirizzo il Siano la conclude in maniera goffa e impertinente quando si autodefinisce, senza sbagliarsi, un povero frate al quale la Santa Sede non stenderà mai il tappeto rosso…

Gli piacerebbe? Si rosica per questo?

Peccato che proprio il Siano abbia invece sciolto la cappa magna rossa a cardinali paonazzi e pavoni come Burke e Rodé, tutti compari del Manelli e naturalmente nemici di Papa Francesco.

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Il popolo di Dio è già troppo scandalizzato per essere ulteriormente danneggiato da queste buffonate e da questi buffoni.

E basta!

Misericordia e pace! Amen.