La verità sul Commissariamento dei Frati Francescani dell'Immacolata

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#COMMISSARIAMENTO : ALCUNE NOTE A MARGINE DI UNA STORIA POCO CHIARA

agosto: 2015
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#COMMISSARIAMENTO 
ALCUNE NOTE A MARGINE DI UNA STORIA POCO CHIARA

di ADOLFO MARINI

Occorre aggiungere che il ricorso dei cinque frati presso la Congregazione dei religiosi è seguito alla richiesta rivolta al Superiore Generale, con la quale i religiosi avevano portato alla sua attenzione diverse problematiche. Solo dopo essere rimasti senza soddisfazione presso il loro Superiore i cinque frati si sono decisi a ricorrere alla Congregazione, dove hanno denunciato diversi punti problematici nella vita della congregazione, richiedendo il ritorno al carisma originario.

 

I cinque religiosi hanno lamentato:

a) la “svolta tradizionalista” della congregazione, tanto nel seminario quanto nell’apostolato, e la vicinanza a esponenti del dissenso tradizionalista contestatori del Concilio Vaticano II;

b) l’implementazione autoritaria del Summorum Pontificum;

c) lo stile arbitrario nel governo dell’Istituto e la mancanza di meccanismi per affrontare il problema;

d) le ricadute di questi problemi sulla formazione interna dei religiosi;

e) l’influenza esercitata dall’ex-madre generale delle Suore Francescane dell’Immacolata sul Fondatore, nonché la sempre più marcata radicalizzazione delle suore.

 

Va anche detto che molti attribuiscono la fecondità delle vocazioni dei FFI a un proselitismo piuttosto superficiale in materia di discernimento vocazionale (almeno rispetto alla prassi di altri ordini religiosi). E non si può tralasciare, tra le cause della crisi dell’Istituto, la vera e propria guerra intestina scatenatasi al suo interno già all’indomani del commissariamento.

Ha dato impulso alla radicalizzazione del conflitto la mediatizzazione in chiave polemica della vicenda, alla quale hanno dato un massiccio contributo i circoli tradizionalisti vicini all’Istituto dei FFI (schierati dalla parte delle autorità decadute col commissariamento).

Questa ingerenza mediatica ha esasperato gli animi alimentando un clima di veleni e asprezze. Da questa temperie si è così originata una autentica «guerra civile» tra fazioni «pro» e «contro» il commissariamento; una faida che sembra avere eletto il web (siti e blog) e i social network come terreno di scontro.

A onor del vero padre Fidenzio Volpi, il commissario da poco deceduto, nell’esercizio delle sue funzioni ha sempre goduto dell’appoggio da parte della Congregazione dei Religiosi e del Papa.

L’ipotesi che una delle ragioni del commissariamento sia stata il favore con cui padre Manelli avrebbe guardato alla “messa antica” sembra essere stata fugata proprio dal Papa. Nel suo incontro coi giovani seminaristi e i formatori dei Frati Francescani dell’Immacolata (10 giugno 2014) papa Francesco ha motivato la sua decisione di demandare al commissario apostolico la facoltà di concedere il permesso di celebrare secondo il rito antico.

Il provvedimento si è reso necessario, ha detto il Pontefice, affinché nessuno credesse che fosse «obbligatorio fare (il Vetus Ordo)», in modo da «ripristinare la libertà».

Papa Bergoglio ha anche ricordato la funzione di garante dell’ortodossia assolta dal Successore di Pietro, che governa la vita della Chiesa anche attraverso i suoi delegati (non senza aggiungere che il principio dell’«obbedienza» è «il principio della cattolicità»). Infine, dopo aver assicurato di aver preso coscienza della situazione dell’Istituo promettendo di fare tutto il possibile per trovare una soluzione veloce, ha osservato che «quando qualcuno, per difendere il carisma, fa una divisione» non agisce secondo lo «spirito evangelico».

 

Articolo pubblicato: La Croce quotidiano ed. 10 luglio 2015