La verità sul Commissariamento dei Frati Francescani dell'Immacolata

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UNA CONFERENZA ALLA CARLONA NELL’HOTEL CARLTON

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“Alessandro (fa gli) Gnocchi”

 

All’Hotel Carlton di Rimini, dal 28 al 30 ottobre 2016 si è svolto il 24° Convegno di Studi “Cattolici” organizzati dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X in collaborazione con la Rivista Tradizione Cattolica.

Con il magnanime gesto di Papa Francesco di estendere dopo l’Anno della Misericordia ai sacerdoti lefebvriani l’ascolto delle confessioni dei fedeli cattolici, credevamo che l’incontro di Rimini potesse stavolta significare una certa riconoscenza verso il pontefice regnante e un passo in avanti nella ricerca di una piena comunione con Roma.

Ci eravamo illusi fino a quando il cinquantasettenne pubblicista Alessandro Gnocchi ha preso la parola sul tema: “Caritatevoli soprusi: Dell’oscuramento dell’ordine divino alla violenza di una misericordia secolarizzata”.

Eterodossia, mondanità spirituale, paranoia, pseudomessianicità potrebbe essere il titolo che il tema merita per la forma e per il contenuto. Sembra nella prima parte un ossimoro illogico e nella seconda parte un’eresia materiale.

Il “conferenziere” del paese degli Orobi anche se non è titolato a sviluppare teologicamente un discorso sulla misericordia, dovrebbe almeno conoscere bene la misericordia di Papa Francesco.

Nel novembre del 2013 il suo amico Mario Palmaro, con il quale ha condiviso la stesura di alcuni libri “accademici” (… le vecchie zie,  … la bella addormentata, … antijuventino e … sopravvivenza interisti...) fu raggiunto da una telefonata personale di Papa Francesco che lo volle confortare nel decorso della sua malattia terminale.

Il gesto commosse l’interessato e colpì specialmente per il fatto che poco tempo prima sia Mario Palmaro che proprio Alessandro Gnocchi, avevano pubblicato per “Il Foglio” di Giuliano Ferrara l’articolo sarcastico “Questo Papa mi piace troppo” in piena polemica con l’incipiente pontificato. I due erano stati anche allontanati per questo da Radio Maria, nella quale avevano uno spazio fisso di collaborazione.

L’intervento di Alessandro Gnocchi al convegno di Rimini è fruibile sul canale youtube “Pascendi Domini Regis”  il cui archivio sembra espressione di un cristianesimo fondamentalista in direzione filolefevbriana.

Nel suo “caritatevole sopruso” lo Gnocchi cita la domanda dell’amico Luigi Girlanda che chiede: “E’ vero che l’idea della conquista appartiene all’ Islam ma si può intendere conquista anche quando Gesù manda i suoi discepoli nel mondo?”

Rivolgendosi alla platea del Carlon, in una sorta di indovinello a risposta multipla, lo Gnocchi chiede ex abrupto: “Chi afferma questa idea?

A ) Il Mago di Milano?

B ) Alessandro Cecchi Paone?

C ) Emma Bonino?

D ) Il Vescovo di Roma?”

E’ molto compiaciuto nel sentire come risposta di una pubblico divertito: “Bergoglio!”

 

Per onestà intellettuale (nostra) riportiamo integralmente quanto il Papa dichiarò nel maggio del 2016 al corrispondente del giornale francese “La Croix”: «Oggi io non credo che ci sia paura dell’islam ma dell’Isis e della sua guerra di conquista che è in parte tratta dall’islam. È vero che l’idea della conquista appartiene allo spirito dell’islam. Ma si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista la fine del Vangelo di Matteo, quando Gesù invia i suoi discepoli a tutte le nazioni. Di fronte al terrorismo islamico, sarebbe meglio interrogarci sul modo in cui un modello troppo occidentale di democrazia è stato esportato in paesi come l’Iraq, dove un governo forte esisteva in precedenza. Oppure, in Libia, dove esiste una struttura tribale. Non possiamo andare avanti senza prendere in considerazione queste culture. Come ha detto di recente un libico: “Eravamo abituati ad avere un Gheddafi, ora ne abbiamo cinquanta.” La coesistenza tra cristiani e musulmani è ancora possibile. Io provengo da un paese dove coabitano bene».

Fraternità Sacerdotale San Pio X logo

Conquistata la simpatia della platea del Carlon, secondo lo schema “amicus meus, inimicus inimici mei”,  lo Gnocchi parla della sua partecipazione a un corso di aggiornamento di giornalisti a Mestre al quale è andato suo malgrado poiché non ama partecipare a quelli che trattano di gender o di immigrazione; avendo il dono mistico della scienza infusa ed essendo leghista lui non ha bisogno né dell’uno, né dell’altro.

Con rammarico fa presente che a quel corso un anziano giornalista ha osato parlare per tre quarti d’ora di Papa Francesco, cosa che lo ha reso paonazzo dalla rabbia poiché per lo Gnocco il Papa – che chiama semplicemente “Bergoglio” –  andrebbe solo criticato e messo alla gogna pubblica.

Lo Gnocchi cita poi l’affermazione di Papa Francesco rivolta ai giornalisti: “Si deve cercare la verità sennò si schiacciano le persone…” e continua di più bella dicendo: “Bergoglio parla di sé stesso! E’ il tema della nostra giornata!”

Caspita!

Poiché non si capisce bene dove voglia atterrare con i primi cinque minuti del suo discorso, lo Gnocchi tira fuori “il caso scuola”, quello di cui “tutta la cronaca ne parla”  – lo dice lui –  e cioè i Francescani dell’Immacolata (sic)!

Lo Gnocchi cita due documenti: quello del decreto di commissariamento della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata sul commissariamento dei Frati e la lettera con la quale Padre Fidenzio Volpi si presentava all’Ordine dei Francescani dell’Immacolata.

Lo Gnocchi considera scandalosa la richiesta della Santa Sede di rimborso spese e l’onorario di servizio al Commissario ed eventuali collaboratori a carico dei Francescani dell’Immacolata.

“Nel regime sovietico e comunista – dice – i familiari pagavano le pallottole dei condannati”.

Lo Gnocchi sembra indignato e forse vorrebbe dire che nel regime capitalista i guai di casa propria sono gli altri a pagarli, proprio così come accade nel welfare statunitense…

Come se fosse un dirigente in un ufficio pubblico, lo Gnocchi si chiede addirittura come sia possibile che un numero di protocollo di un Dicastero vaticano sul decreto di commissariamento emesso nel 2013, porti la cifra 2012.

E’ sicuro che quel numero sia la datazione dell’annata?

Secondo lui è stato scritto un anno prima, addirittura prima del ricorso dei frati e della visita canonica…

Senza dare scampo a nessuno, come gli estremisti alla strage del Bataclan parigino, lo Gnocchi innesta un nuovo caricatore per le sue sparate e prosegue ironizzando sulla seguente citazione del defunto Padre Volpi su Papa Francesco: “non è possibile che dei consacrati non sentano con la Chiesa che ci ha generato nel battesimo e trovino l’espressione filiale nella comunione con i pastori e il Papa segno della visibile unità”.

Ecco la lettura di Gnocchi: “E’ una risoluzione delle Brigate Rosse in forma di enciclica!”

Gnocchi, poi, dimenticando il principio cristiano di non parlare male degli assenti, cita Massimo Introvigne definendolo ironicamente “il più grande sociologo degli ultimi cento anni”.

La definizione gli occorre per attaccare il termine “dissidente” che Massimo Introvigne nella sua “ultima esibizione di stampa” – così come dice lo Gnocchi –  attribuisce a coloro che criticano il Papa.

Nel continuare a parlare a braccio lo Gnocco dice: “cerchiamo di capire le ragioni” (? ndr) e cita la lettera di un religioso che riassumeva la situazione che si era instaurata all’interno dell’Ordine (dei Francescani dell’Immacolata ndr).

Secondo lo Gnocchi che cita la lettera del religioso (quale? ndr) la situazione era questa già nel 2013:

 

  • Obbligo di non celebrare la Santa Messa secondo il Vetus Ordo;
  • Divieto del Breviario e dei rituali tridentini “come permesso da Papa Benedetto” (? ndr);
  • Divieto di scrivere al Fondatore;
  • Proibizione di scrivere articoli sulle riviste della Casa Mariana editrice;
  • Proibizione di diffondere le pubblicazioni di Casa Mariana Editrice;
  • Divieto di avere un gruppo di laici che seguivano i Frati;
  • Divieto di avere un proprio Seminario;
  • Divieto di gestire autonomamente l’economia…

 

Su quest’ultimo punto lo Gnocchi dice che questo è un “severo e costante rimprovero del Commissario” e sottolinea che il religioso che fa la lista dei divieti scrive “commissario” con la lettera “C” anziché la “K”, sbagliandosi.

A tale affermazione l’assemblea applaude…

Il religioso scrivano poi dichiara che “secondo voci” (Daniele Murgia nipote di Stefano Manelli e giornalista a TV2000 ndr) il commissario percepisca “a spese nostre” 5.300 euro al mese (nostre di chi? ndr);

c’è poi la chiusura di alcuni conventi;

non si può liberamente usare il cellulare e il computer:

“tutto è controllato da un sofisticato sistema e sarà utilizzato per darlo al commissario”.

A questo punto lo Gnocchi interrompe la lista delle doglianze e dice: “non so se era utilizzato questo sistema, ma i frati hanno estorto confidenze telefoniche registrate e portate al commissario”.

Chiuso l’argomento dei Francescani dell’Immacolata, lo Gnocchi dice che lo stesso problema lo stanno vivendo quelli del “Verbo Incarnato”, istituto argentino “odiato da Bergoglio” che “sta diffondendo l’opera di Cornelio Fabro”.

Dopo questa sgaloppata mentale lo Gnocchi dice: “E’ tutto il problema della Messa col Rito Tradizionale (sic). “Quando morì mio padre – scrive – io volevo fargli celebrare il funerale tridentino, ma il parroco disse: ‘ se sei ortodosso o protestante per ecumenismo te lo potrei fare, ma se sei cattolico non lo posso fare’…”.

Tronca così il discorso e senza raccordo logico continua lo Gnocchi dicendo: “E’ la distruzione della ragione e dell’essere uomini! E’ la traduzione tipica della rivoluzione giacobina e dei paesi comunisti, l’odio per il proprio popolo. E’ ciò che accade nella Chiesa contro il popolo di Dio (sic). E’ la distruzione di ciò che c’è nei confini. Si parla del male solo per la Germania nazista, ma l’odio per il popolo è dei comunisti!”

Per altri cinquanta minuti la “conferenza” scientifica dello Gnocchio continua con questo tenore tra qualche sbadiglio e visione del cellulare del popolo che si rianima solo agli insulti per “Bergoglio”…

 

Ho atteso qualche giorno prima di rispondere a questa provocazione che offende i sentimenti dei cattolici per il rispetto dovuto alla persona del Pontefice felicemente regnante, di servitori della Chiesa come Padre Fidenzio Volpi e di onesti cittadini e studiosi come Massimo Introvigne.

Ho fatto alcune ricerche su internet, ho incontrato e telefonato a qualche frate ed ex suora e sono arrivato alle seguenti conclusioni:

  • La celebrazione secondo il Vetus Ordo non è stata mai proibita, ma si trattava di regolamentarla visti gli abusi. I seminaristi assistevano solo al cosiddetto rito tridentino perché il Manelli diceva che solo questa Messa era oro, mentre quella di Paolo VI era argento: valida ma non lecita! (sic);
  • Benedetto XVI non ha mai autorizzato ad hoc l’uso del breviario tridentino, ma nel motu proprio Summorum Pontificum ne sdoganava l’uso e faceva riferimento a quegli istituti che normalmente ne facevano uso o che conservavano quei libri liturgici: non era il caso dei Francescani dell’Immacolata. Mi hanno riferito, inoltre, che in ogni convento c’erano due cappelle: una per i frati dotti che recitavano il Breviario in latino e un’altra per i frati “ignoranti” che recitavano il breviario in italiano. A qualcuno, l’esperto liturgista padre Stefano Manelli disse addirittura: “se non sei sacerdote, ti basti la recita dei Pater Noster…;
  • Risulta con evidenza che non solo non era vero che Padre Stefano non poteva ricevere i Frati, ma si permetteva di ricevere anche Suore e laici liberamente, continuando a fare vestizioni e ricevere i voti; qualcuno dice addirittura che nei pressi di Cassino faceva la prova di verginità alle aspiranti religiose;
  • Scrivere articoli è regolato per i chierici dal Diritto Canonico e rileva dall’autorizzazione dell’Ordinario. Nella fattispecie la Casa Mariana editrice che apparteneva a tutti gli effetti all’Istituto, venne sottratta ai Frati e affidata a un certo Claudio Circelli. Non si capisce quindi perché i Frati dovessero scrivere per un tale che aveva sottratto loro un’opera. Tale editrice ci è stato riferito che è sotto inchiesta giudiziaria per non chiari passaggi finanziari e inadempienze fiscali: come dichiarò l’avvocato Sarno in televisione, su un fatturato di ventiquattromila euro c’erano entrate annuali per novecentomila euro e altrettante uscite senza una identificata provenienza e destinazione. Sembra inoltre che il Signor Claudio Circelli avesse una figlia suora francescana dell’Immacolata la quale ha poi abbandonato la vita religiosa e forse sposato un ex frate… Non siamo sicuri se sia proprio lei o si tratti di un altro caso analogo nell’ambito dei sodali del Manelli nell’operazione ai danni ai beni e alle opere dell’Istituto di Diritto Pontificio;
  • E’ accertato che non è vero che il commissario proibì al gruppo di laici che seguivano la spiritualità dei Frati di continuare gli incontri. Da più di una testimonianza formalizzata nelle opportune sedi canoniche e giudiziarie, un certo Pio Manelli, il fratello più piccolo di Padre Stefano Manelli, si rese attivista di una campagna divisoria all’interno del gruppo dei laici. Pio Manelli era stato nominato da padre Stefano Manelli maestro dei laici terziari. Aveva creato come un certo Claudio Nalin condannato e poi assolto solo in appello al Tribunale di Bolzano per violenza sui figli, una associazione parallela ai frati. In buona sostanza c’erano i laici che si reputavano fedeli al Fondatore e quelli che invece obbedivano al Papa, alla Chiesa, crudele e nemica di un “santo” come Padre Manelli, novello San Francesco e Padre Pio del secolo XXI.
  • “La chiusura del Seminario interno è stata una delle più grandi grazie dell’Istituto” mi ha confidato un seminarista che frequenta una Pontifica Università. Padre Settimio Manelli, il nipote di Padre Stefano Manelli era il papa e l’imperatore dei futuri sacerdoti dell’Istituto che governandoli in modo monocratico secondo le disposizioni del Fondatore – zio aveva fatto di loro degli zingari che si esibivano nel servizio liturgico in tridentino. Mi hanno assicurato anche che in quel seminario era addirittura messo sotto censura l’Osservatore Romano! Un modello di rettore.
  • Se il Manelli fece fare piazza pulita di tutti i beni e le opere dopo un mese dal commissariamento, non si capisce cosa non potesse più gestire autonomamente. Qualora fossero rimasti dei beni e delle opere, un superiore generale ne è forse il padrone-proprietario?
  • Vero che sono state chiuse diverse case. I frati non ne potevano più di stare in due o tre nei conventi solo perché Padre Manelli mettesse sul mappamondo o le cartine d’Europa delle bandierine imperialiste per dire: siamo anche qui!
  • Non si capisce come non si potesse usare liberamente computer e cellulare se erano strumenti interdetti ai Frati dal Manelli stesso. Un fraticello mi ha detto che Padre Manelli proibì addirittura con una lettera circolare l’uso dei pen disc! Risibile la bufala di spionaggio con “un sofisticato sistema”. Questo non è tecnicamente possibile per un privato;
  • Non risultano “estorsioni” di colloqui telefonici. Ho accertato che alcuni frati fedelissimi al Manelli facessero invece i centralinisti per cercare di far passare dei religiosi fedeli alla Chiesa e al Commissario, dalla parte del Manelli. Questo mi è stato riferito addirittura da un officiale della Congregazione per la Vita Consacrata.

 

In definitiva sono rimasto disgustato da Alessandro Gnocchi.

Non si comporta da figlio della Chiesa e offende i sentimenti più sacri dei cattolici per come tratta il Papa.

Non rende servizio alla verità che cristallizza solo negli eventi polemici della prima fase del commissariamento rivelando una sua diretta implicazione.

Mi è stato detto che s’incontrasse a Roma con un certo Padre Alessandro Apollonio, ex Procuratore Generale che non saprei dire dove sta adesso. Alcuni laici di Cassino lo ricordano e rimasero male quando fu mandato via da Padre Manelli. Era infatti rettore dei seminaristi, ma Padre Stefano Manelli volle concentrare tutti i formandi del mondo in Italia nelle mani del nipote. Un frate nigeriano che sta a Roma mi ha detto che era molto offensivo verso gli africani.

Sarebbe il caso di dire che la formazione del nipote del Padre Stefano Manelli fosse fatta con i piedi poiché giocava e faceva giocare sempre a calcio: calcium et circens.

Padre Apollonio, prima che uscisse di scena stava a Roma e qualcuno mi ha detto che cercò di riscattarsi presso Padre Manelli facendo l’attivista a suo favore.

Sono dinamiche raccapriccianti che fanno riflettere.

L’Istituto era scaduto nel tradizionalismo estremo alla mercé del cardinale Burke e sodali contro Papa Francesco.

Fingendosi vittime il Fondatore e sodali misero in moto una campagna diffamatoria contro il Commissario Padre Fidenzio Volpi ostacolando il suo governo ed esasperandolo fino alla morte.

Che Alessandro Gnocchi non sia una grande mente ci può stare; non tutti sono chiamati ad essere geni e benefattori dell’umanità.

Che non mostri nemmeno rispetto per una persona defunta, questo però è inaccettabile.

Se incrociassi uomini di questo genere riterrei che la mia saliva è troppo preziosa per essere sprecata nello sputargli in faccia.

 

 

L’ESCLUSIVISMO

jesuischarlie

Gli argomenti della nostra piattaforma relativizzano l’intervista alla mamma di Madre Gabriella Iannelli.

Che abbiano colto nel segno ce lo conferma Martone stesso con una nuova intervista alle SFI preconfezionata in modo sempre più esclusivo.

L’ultima domanda odora addirittura di minaccia e di reato di violenza privata.

Continueremo con determinazione e convinzione ad avvalerci della libertà di espressione e di opinione.

 

In estate nei paesi dell’entroterra ausonico si celebrano diverse sagre.

E’ un modo per aggregare durante il rientro per le vacanze i vari compaesani che l’ondata migratoria dello scorso secolo portò oltreoceano e oltralpe.

Gianluca Martone ci risparmia taralli e bucatini, ma ci offre indigeste “pizze piene”, tipica specialità beneventana, ritornando il 9 luglio 2015,   sempre su “La Croce”, sul caso di Padre Manelli e delle Suore Francescane dell’Immacolata con una nuova intervista “esclusiva”.

Tante cose sono esclusive: le impronte digitali, il DNA, il timbro della voce…

Quanto alla qualità dell’intervista, che il Martone definisce significativa, lasci pure ai lettori il giudizio, specie se anziché le VITTIME, vengono intervistate le DAME DI CORTE, essendoci stato riferito che Maria Grazia Palma è una superiora.

A furia di interviste “esclusive” ci convinciamo sempre di più che il Martone sia caduto nell’esclusivismo, cioè in uno dei difetti cronici del Padre Manelli.

L’esclusivismo, infatti, fa credere all’interessato, che solo il proprio modo di pensare e di giudicare sia giusto.

Entriamo nel merito analizzando le frasi più esclusive di Madre Maria Grazia Palma dell’Ordine SFI.

“La risonanza mediatica di una notizia non è assolutamente prova della sua veridicità”.

Siamo assolutamente d’accordo con lei perché sono infatti le testimonianze delle vittime di anni di abusi a costituire la prova che gli inquirenti, con il metodo del contraddittorio e la raccolta di prove, valuteranno nella loro oggettiva veridicità.

Non ci risulta intanto che la Palma abbia avuto accesso a tale documentazione.

La religiosa poi dichiara: “L’ho visto (il padre Manelli ndr) e sentito innumerevoli volte schermirsi davanti alle lodi, cambiare argomento e stornare abilmente l’attenzione dalla sua persona”.

Nell’assistere a dei filmati in rete sembra che il Manelli suscitasse invece le lodi verso se stesso attribuendosi un legame speciale con Padre Pio che lo confessò e comunicò in tenera età, così come faceva con altri bambini.

La monaca dice: “Padre Stefano non soffre di protagonismo, come alcuni vogliono far credere”.

Più di un prete racconta ancora che a Pompei, arrivato in ritardo per la celebrazione di un raduno, Padre Manelli si fece strada tra la ressa di folla dicendo: “Fatemi passare, sono io il figlio spirituale di padre Pio!”.

Ci risulta poi che padre Manelli ridicolizzasse gli altri, insultasse specialmente i Conventuali, l’Ordine che lo ha fatto frate e sacerdote, l’Ordine i cui Superiori hanno tanto sofferto per causa sua.

Tutti erano secondo il Manelli dei rilassati vecchietti e dei ricconi senza le vocazioni.

Avrebbe preso lui – diceva – i loro conventi per i frati e le suore turchine.

Chiedere per credere.

La Palma, poi, dichiara: “So per certo che, nell’ultimo Capitolo dei frati, tenutosi nel 2008, egli li ha pregati di non rieleggerlo, ma essi lo hanno riconfermato nella carica di ministro generale”.

Due sono le ipotesi della montatura: o le suore hanno accesso al Capitolo Generale dei Frati, cosa strana ed esclusiva, oppure qualcuno, magari Padre Manelli in persona, tradendo il segreto del Capitolo, ha riferito tale particolare.

Noi crediamo, molto più semplicemente, che si tratti di una nuova leggenda costruita ad arte per far credere il distacco di padre Manelli dal potere.

Da una nostra indagine, dopo le contestazioni del 2012 che portarono alla Visita Canonica, sappiamo per certo che Padre Manelli, quasi ottantenne, si preoccupava di non poter forse essere rieletto al Capitolo Generale del 2014.

Lo andava dicendo in giro.

Stava ovviando al problema preparando all’uopo la campagna elettorale per il nipote, sua protesi genealogica ed ideologica.

La Congregazione per la Vita Consacrata riferì, invece, che già nel Capitolo Generale del 2002 l’elezione di Padre Manelli doveva essere l’ultima.

Cosa sarà successo poi, lo sanno i suoi protettori.

Nel 2008 il Cardinale Prefetto era Francis Rodé e crediamo che proprio in quel periodo ordinò sacerdoti dei frati dell’Immacolata, particolare che si può seguire sul canale 81 di Tele Radio Buon Consiglio di Frigento.

A noi suore e a tanti laici – dichiara la monaca – ha insegnato che le nostre regole di vita si osservano non per obbligo o per timore di una punizione, ma per amore, e che i sacrifici hanno senso solo se li compiamo mossi dal nostro personale amore per Gesù”.

A noi poveri telespettatori e internauti, appare evidente che invece Padre Manelli parlasse spesso di Inferno e castighi, guerre, carestie, incutendo paure, scrupoli…

Il Terzo Segreto di Fatima per lui non era stato pienamente rivelato e la profezia sulle sciagure della Chiesa riguardava il Vaticano II, Concilio che entrò nellagenda del Padre Manelli in modo ossessivo per farlo criticare.

Organizzò  per questo un Convegno a Roma nel 2009  come testimonia mons. Marchetto che vide tra i partecipanti anche dei lefebvriani tonsurati.
Manelli mise in bocca a Padre Pio la frase « Tutte tenebre », le cosiddette quattro T ascrivibili al Vaticano II.
CharlieHebdo
 
Vero o falso?

Una famiglia residente in Campania, in quei paesini dove si vive la religiosità in maniera superstiziosa, fece provvista di candele, una cassa intera da far benedire a Padre Manelli.

Durante l’imminente “tre giorni di buio” che Padre Manelli aveva annunciato, solo chi possedeva tali candele avrebbe avuto in casa l’illuminazione.

Sono passati almeno quattro anni da allora!

Vero o falso?

Cosa dire, poi, di persone che dietro consiglio di un falegname di Bolzano , un altro personaggio legatissimo a padre Manelli, facevano provviste di ceci e altri legumi secchi, scatolami per un imminente attacco nucleare o fuoco dal cielo.

Questo signore utilizzava  gli stessi metodi del Manelli e si rifaceva alle sue profezie.

Organizzava per padre Manelli i viaggi a Fatima e mancò poco che non cadessimo anche noi nella trappola.

Tutte e tutti avevano la vocazione e ognuna doveva alleggerirsi dai beni di questa terra (soldi, macchine, case) e darli al Manelli « per le missioni ».

Vero o falso?

Esaltava la sua conoscenza con Padre Pio, amava esibirsi davanti alla corte dei miracoli e per aver vessato i figli che obbligò alla vita religiosa, tutti poi dei fuoriusciti dall’Ordine del Manelli, venne denunciato e subì un processo.

Vero o falso?

La dinamica è la stessa, così come il tipo di disturbo della psiche.

Padre Manelli si circondava di collaboratori che avevano le sue stesse caratteristiche di personalità.

Questo fattore, comunque, ci accomuna tutti, basta sfogliare l’elenco degli amici della pagina facebook di Gianluca Martone.

La Palma incalza: “Non so come si possa pensare che un Istituto religioso possa andare avanti con la forza motrice di ricatti e vessazioni”.

Esatto! Non sappiamo infatti se l’Istituto potrà ancora andare avanti così ancora per molto…

Ci ha insegnato – afferma la monaca – la prudenza nei rapporti con frati e sacerdoti e non ha mai approvato la familiarità che indulge ad atteggiamenti poco riservati”.

Anche i Farisei collocavano sugli altri dei pesi insopportabili e personalmente vivevano nella totale incoerenza.

Noi suore non abbiamo mai salutato Padre Stefano come si fa generalmente tra parenti o conoscenti, neppure se si trattava di fargli gli auguri per qualche festività, e alle donne che mostravano di volerlo salutare in modo affettuoso, non permetteva di baciargli se non la mano”.

E’ vero!

I parenti e conoscenti, infatti, non si prendono le licenze che vengono attribuite a padre Manelli che le giustificava dietro un falso misticismo: “fammi toccare il petto perché lì c’è Gesù… 

In risposta alla terza domanda dell’intervista, la Palma dichiara che le ex suore sono pochissime.

Alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata ne risultano invece molte, anzi moltissime in soli venti anni di vita dellIstituto e ne abbiamo ricostruito almeno un centinaio poiché quelle di voti provvisori non vengono dichiarate al Vaticano quando escono.

Vero o falso?

Sappiamo di suore anche scappate, qualcuna incinta, altre unitesi in matrimonio con laici, una col medico del convento, altre con qualche ex frate.

Vero o falso?

Una suora americana scavalcò il muro del convento e si ruppe anche una gamba per evadere. Questo è successo fuori dall’Italia, in un monastero SFI di clausura in Cornovaglia.

Vero o falso?

Come vivevano in convento la gioia della vocazione?
 
Quale era il modello di vita religiosa che scaturiva dalla loro formazione?

La realtà è peggio dellimmaginazione!

Dulcis in fundo persino la povera nipote del Manelli è uscita lo scorso anno di convento e da quarantenne si è subito sposata, dopo venti anni e passa  (anche lei) di vita religiosa!

Vero o falso?

Lungi dal voler attaccare la vita consacrata, è nostra intenzione rispettarla e difenderla da ogni ipocrisia.

Lo scopo è preservare il bene che producono i religiosi e scremarlo da ogni impurità.

I soldi della povera gente che ieri servivano per i protettori, oggi servono per gli avvocati?

Le minacce di querela, denunce, ben vengano!

In sede processuale sfileranno vittime, atti e fatti.

Siamo pronte ad andare in televisione

La carta stampata non ci basta più se continuano a minacciarci o a farci leggere ed udire le solite balle per coprire chi e che cosa?

Noi siamo pronte a difenderci.

E’ la verità che ci farà liberi.