La verità sul Commissariamento dei Frati Francescani dell'Immacolata

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RETTIFICA ALL’INTERVENTO DEL SIG. CLAUDIO CIRCELLI

marzo: 2015
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Tratto dal sito ufficiale dei Francescani dell’Immacolata: Immacolata.com

Il 18 marzo 2015 a pagina 34 dell’edizione di Avellino del quotidiano “Il Mattino” appariva col titolo: “Frigento L’Indagine della Guardia di Finanza – Circelli: ‘I frati non hanno beni di proprietà’” una rettifica del Signor Circelli a un precedente articolo apparso l’11 marzo 2011 sempre sull’edizione di Avellino dello stesso quotidiano, a firma di Loredana Zarrella.

Tale posizione veniva reiterata sul blog allchristian di cui è amministratore lo stesso Signor Circelli.

PRECISIAMO QUANTO SEGUE:

Il Signor Claudio Circelli, pur qualificandosi come “presidente dell’Associazione Casa Mariana editrice”, si esprime in realtà, nella dichiarazione da lui resa a “Il Mattino” e riportata testualmente, come se egli avesse titolo per rappresentare il nostro Istituto: chiariamo che il Signor Claudio Circelli non ha alcun titolo per esprimersi a nome dei Frati Francescani dell’Immacolata.

In secondo luogo, se è vero che vige per il nostro Istituto il Voto di Povertà in comune, che ci proibisce di essere proprietari di alcun bene, è altrettanto vero che chi il Signor Circelli definisce “il reale proprietario” non ha diritto di sottrarci le temporalità necessarie per la nostra vita comunitaria e per il nostro apostolato.

Tale comportamento è espressamente vietato dalle norme canoniche e chi lo attua è passibile delle più gravi sanzioni, inclusa la scomunica.

L’attuale indagine, condotta con solerzia dalla Autorità di Polizia Giudiziaria, e in particolare dalla Guardia di Finanza di Avellino, è stata intrapresa ex officio,  e non in seguito ad una nostra denunzia: ciò esclude quanto il Signor Circelli definisce “il tentativo di pochi faziosi di appropriarsi dei beni” che comunque devono restare nella disponibilità nel nostro Istituto.

Quanto poi all’accusa di aver compiuto “dossieraggi, denigrazioni e ingiurie”, ci domandiamo perché il Signor Circelli – qualora ritenga si siano commessi da parte nostra dei reati – non sporga denuncia o querela, assumendo la conseguente responsabilità morale, civile e penale.

Consideriamo viceversa diffamatoria nei nostri confronti l’accusa di voler dare “una impostazione diversa alla vita e all’apostolato dell’Istituto”, in cui permane invece l’osservanza più stretta della Regola francescana e delle Costituzioni.

Noi non abbiamo rivendicato la proprietà dei beni, ma l’indagine di Polizia Giudiziaria verte sulla liceità di quanto avvenuto nell’ambito delle Associazioni cui essi sono intestati allorché se ne sono emendati gli Statuti e si sono sostituiti i Legali Rappresentanti.

Si è preteso conformare tale operazione, su cui attendiamo fiduciosamente la pronunzia dell’Autorità Giudiziaria, al cosiddetto“spirito di Padre Manelli”, sulla cui definizione il Signor Circelli potrebbe forse darci dei chiarimenti.

Facciamo soltanto presente che da quando non disponiamo più delle nostre temporalità, siamo stati costretti a ridurre le opere missionarie svolte dall’Istituto.

Ricordiamo che nell’Istituto permangono i 4/5 dei suoi componenti e ciò malgrado il Signor Circelli ci definisce “pochi faziosi” e “il gruppetto di frati”: ci pare che la faziosità sia dimostrata dai seguaci dell’ex superiore Generale, Padre Stefano Manelli.

L’Abbazia è usata dalle Suore Francescane dell’Immacolata come casa religiosa, ma anche come struttura ricettiva a pagamento: essa è intestata alla Associazione “Missione dell’Immacolata”, che ha lo stesso acronimo del nostro movimento laicale, cioè MIM; quanto dunque afferma al riguardo il Signor Circelli necessita di tale precisazione.

Monsignor Vito Todisco, infine, non è stato inviato presso l’Istituto dalla Curia di Avellino, bensì dalla Santa Sede quale Visitatore Apostolico.